Il Covid provoca stitichezza?

 

Il Covid provoca stitichezza? Cercheremo di dare una risposta valida in questo articolo guida, e vedremo se la stipsi è un sintomo di chi si ammala di Covid-19.

 

 

La stitichezza è un disturbo che causa la difficoltà di espellere le feci. È molto comune e può essere conseguenza di malattie o disturbi presenti nel tratto gastrointestinale.

Oggi che a preoccupare maggiormente le persone c’è il coronavirus (e conseguente Covid), molti si domandano se quest’ultimo possa essere considerato portatore di stipsi. Cerchiamo di rispondere noi a tutti dubbi inerenti la possibile relazione tra Covid-19 e stitichezza, raccomandando a tutti di utilizzare sempre mascherine chirurgiche certificate in luoghi chiusi e affollati.

 

I problemi all’intestino

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Come abbiamo visto in quest’ultimo periodo, il Covid-19 è causa di numerosi problemi e disturbi tra la popolazione. Colpisce l’apparato respiratorio, il cervello, il cuore, la pelle, ma anche l’apparato gastrointestinale.

Pochi sono stati i pazienti a lamentare stitichezza affetti da Covid, anzi, tra i disturbi che colpiscono stomaco e intestino, molto diffusa è invece diarrea e vomito.

L’intestino viene colpito dal coronavirus in quanto quest’ultimo si lega ai recettori dell’apparato gastrointestinale. In un lasso di tempo che va dalle dieci alle dodici settimane dall’infezione da coronavirus, in stomaco e intestino spesso persistono i sintomi provocato dal Covid-19. Pur risparmiandosi la difficoltà di defecazione, i pazienti avvertono nausea, astenia, ma anche diarrea: questo perché l’intestino è l’ultimo organo a guarire dalla malattia.

 

 

I sintomi intestinali durante il covid

I sintomi intestinali da coronavirus più diffusi sono quelli indicati in precedenza. Si parte da un’iniziale gonfiore addominale che può causare dapprima difficoltà ad evacuare ed in un secondo momento ad un’irritazione del colon che porta a diarrea. Il tutto permane anche fino a due mesi dopo la guarigione, come vedremo anche più avanti.

I pazienti colpiti da questi sintomi non sono correlati a particolari fasce d’età o a particolari categorie. Il coronavirus non fa sconti di pena, e provoca disturbi intestinali sia nelle persone anziane, che in adulti e bambini.

Sicuramente sono più sensibili i pazienti di una certa età, già presi di mira da altre patologie. Ricordiamo che secondo le statistiche, tra il 10% e il 30% delle persone che contraggono il Covid-19, è alta la probabilità di sviluppare disturbi intestinali fastidiosi, soprattutto la diarrea.

 

Le tracce del virus nell’intestino

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È normale che ex pazienti positivi al coronavirus possano riscontrare ancora postumi residuati nelle settimane successive alla guarigione. Medici e virologi sostengono che anche a distanza di qualche mese l’intestino trattenga in qualche modo l’infezione. Per tale motivo abbiamo sintomi persistenti come espulsione di feci molli e sindrome da colon irritabile. Nessun paziente lamenta invece stitichezza.

Se da un lato quindi c’è chi subisce danni (anche irreversibili) all’apparato respiratorio, una buona percentuale di ex positivi al Covid-19 sviluppa patologie all’intestino, questo perché si tratta di un organo in cui risiede il sistema immunitario, che viene altamente compromesso dal virus e che ha bisogno di non poco tempo per potersi riprendere.

Anche se i test antigenici dichiarano la totale assenza del virus, è l’infiammazione a permanere e a non guarire nonostante le terapie fatte a monte.

Alcuni studi sostengono inoltre che nel 30% dei casi, esista la possibilità che il virus intestinale possa favorire malattie croniche (laddove per malattia cronica si intende una malattia immunomediata. Sono quelle patologie che sorgono dopo un periodo di intensa attività da parte del sistema immunitario che tende a non disattivarsi mai per tentare di proteggerci da agenti patogeni esterni.

 

 

Terapie per guarire dai sintomi intestinali provocati dal coronavirus

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Dal momento che la stitichezza non è uno dei sintomi più diffusi durante l’infezione da coronavirus, nella terapia data dai medici per l’estinzione del virus non ci sono farmaci che combattono la stipsi.

Ad onor del vero, le cure indicate per la guarigione da Covid-19 si concentrano soprattutto sull’espulsione del virus dall’organismo e non sui sintomi eventuali che esso ha provocato.

Resta il fatto che, in presenza di un qualunque sintomo a livello intestinale, sia esso stitichezza o diarrea, bisogna assumere farmaci che possano eliminare i batteri che hanno compromesso il microbiota. Oltre ad assumere fermenti lattici, probiotici e qualunque altra elemento in grado di regolarizzare la nostra flora batterica, è l’alimentazione che può fornire il giusto supporto.

Niente alcolici per un po’, niente alimenti grassi, ma frutta e verdura a volontà. E' importante seguire una dieta a base di fibre e di alimenti naturali e genuini. Si consigliano quindi cereali integrali, fibre e tanta acqua al giorno. Bisogna mangiare poco e spesso, facendo attenzione al condimento. La vitamina C è la migliore alleata per provare a contrastare il covid.

 

 

In termini di esami strumentali, ad oggi non esiste nulla che possa confermare se il virus abbia attaccato stomaco o intestino. Gli esami sul sangue o i test sierologici specifici possono agevolare chi ha la febbre, chi ha disturbi respiratori.

La diarrea o qualunque altro disturbo intestinale sono solo sintomi secondari e ad oggi non esiste un esame delle feci o una ricerca (come quella per il sangue occulto) che possa dare indicazione sulla ricerca del coronavirus nelle feci.

I ricercatori sono a lavoro in ogni caso per provare a mettere a punto un tampone rettale per la ricerca del Covid nelle feci.